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ISTRUZIONE E INSERIMENTO LAVORATIVO PER QUATTRO GIOVANI IN KOSOVO

Il Kosovo è un paese con una storia complessa. Devastato da una lunghissima guerra ancora oggi, nonostante siano passati più di vent’anni, sconta moltissime difficoltà in ambito economico e sociale. 

Il Kosovo è uno dei Paesi più giovani d’Europa con più della metà della popolazione con un’età inferiore ai 25 anni. Tantissimi ragazzi e ragazze vivono una condizione molto frustrante: hanno limitate opportunità lavorative e il percorso di studio universitario viene considerato quasi inutile per il raggiungimento di una soddisfacente posizione lavorativa. 

Ad aggravare la situazione contribuiscono fenomeni molto diffusi come il clientelismo e la corruzione. Il tasso di disoccupazione nel 2021 è stato stimato al 26%, con un’incidenza molto elevata sulla popolazione giovanile (fonte: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) e molti minorenni cercano di raggiungere clandestinamente i paesi dell’Unione Europea, alimentando i traffici della criminalità organizzata.

Anche la condizione femminile in Kosovo è problematica, soprattutto nelle zone rurali. Benché la legislazione garantisca pari diritti e libertà, le donne sono spesso vittime di soprusi e quando chiedono giustizia subiscono stigmatizzazioni da parte dei loro familiari e dell’intera società. 

Le criticità che le riguardano sono la salute, la tutela da forme di violenza, subita spesso in ambito familiare e, in modo molto marcato, la condizione lavorativa: circa l’80% delle donne non lavora. In non pochi casi ciò è anche dovuto a una mentalità patriarcale che pretende di continuare a relegare la presenza femminile nell’ambito domestico negandole ogni forma di emancipazione.

Investire sui giovani per creare futuro

In questo contesto si inserisce la Casa di Leskoc, realtà attiva nel territorio dall’immediato dopoguerra e gestita da Caritas Umbria. Coordinata da Rinaldo Marion e Francesca Mosca la Casa accoglie bambini e adolescenti provenienti da famiglie che vivono in una condizione di emarginazione dovuta a povertà estrema, problemi mentali, prostituzione, esperienze di detenzione.

Per loro il percorso della vita è ancora più in salita, a scuola, nella ricerca di un lavoro, nelle relazioni e per questo che per alcuni di loro, quelli più fragili e più difficoltà, si punta a un inserimento lavorativo nell’ambiente protetto della Casa o dell’annessa cooperativa che gestisce i terreni, la fattoria, il caseificio e la panetteria.

Per questo per il 2023 abbiamo pensato a un progetto che abbia l’obiettivo di accompagnare i più giovani in un cammino di realizzazione personale e sociale attraverso la formazione e il lavoro, per la conquista della piena dignità personale e di un ruolo sociale da protagonisti attivi e responsabili e per creare concrete opportunità che gli permettano di rimanere nel proprio paese d’origine ed impegnarsi per il suo sviluppo.

Le ragazze e i ragazzi coinvolti nel progetto

Saranno quattro i giovani e le giovani impegnati in questo percorso:

  • Dardana ha 20 anni ed è stata accolta nella Casa di Leskoc, insieme alla sorella e al fratello, quando era molto piccola. La mamma era morta e il padre aveva gravi problemi di salute. Grazie a una borsa studio universitaria messa a disposizione dalla Fondazione Valter Baldaccini lo scorso anno Dardana si è iscritta al primo anno della facoltà di Storia dell’Università di Pristina, ma poi ha deciso di cambiare corso di studi per frequentare la Facoltà di Scienze Sociali.
     
  • Dorentina ha 19 anni ed è la terza di cinque fratelli accolti nel 2007 perché vivevano in uno stato di completo abbandono. Non è mai andata a scuola molto volentieri e ha accolto con entusiasmo l’idea di iniziare a fare un percorso formativo e di inserimento lavorativo nel caseificio della cooperativa.
     
  • Valentina ha 23 anni e appartiene ad una delle famiglie più povere della zona. Ne aveva 10 quando è stata accolta per la prima volta Casa, insieme ad una sorella più grande, molto malata. Valentina è una giovane donna che sta cercando di costruirsi un futuro, ma per essere autonoma ha necessità di un lavoro. Per questo per lei si è pensato ad un inserimento lavorativo all’interno della struttura di accoglienza, in cucina e nella lavanderia e stireria.
     
  • Hasimet ha 21 anni e ne aveva 5 quando è stato accolto nella Casa, orfano di madre e con un padre, anziano e malato, che non era in grado di prendersene cura. Hasimet ha incontrato molte difficoltà a frequentare la scuola. Per lui però oggi potrebbe iniziare un percorso di inserimento lavorativo nella panetteria della cooperativa.

 

Dal 2016 vicini alle ragazze e ai ragazzi della Casa di Leskoc 

Dal 2016 la Fondazione Valter Baldaccini costruisce progetti socio-educativi che siano concrete opportunità di riscatto sociale insieme alla Casa di Leskoc e la cooperativa Shoqata e Agrikultur Sociale Zllakuqan (CSZ). 

  • nel 2016 è stato avviato il progetto socio-educativo “Sviluppo e formazione al lavoro in Kosovo” con la fornitura di dieci mucche da latte, una mungitrice e un pastorizzatore, indispensabili per l’avvio di attività di produzione e vendita di latte;
     
  • nel 2019 si realizza una nuova stalla e i volontari della Fondazione Valter Baldaccini partono per un’esperienza di volontariato;
     
  • nel 2020 la pandemia ci costringe a rivedere una nuova progettualità pensata per le donne per sopperire alle difficoltà economiche della casa; grazie al contributo della Fondazione vengono infatti acquistati venti nuovi vitelli
     
  • nel 2021 è stato realizzato un progetto di formazione e lavoro dedicato alle donne con l’obiettivo di dare ad un piccolo gruppo donne un’importante occasione di riscatto, una di loro è stata assunta stabilmente dal caseificio della cooperativa;
     
  • nel 2022 la Fondazione Valter Baldaccini ha scelto di focalizzare ancora una volta la propria attenzione sulle giovani donne e di dare l’accesso all’università per Ariana e Dardana; nel corso dell’anno accademico Dardana ha scelto di cambiare facoltà e passare dalla facoltà di Storia a quella di Scienze Sociali, mentre Ariana ha capito che l’università non era la strada che voleva percorrere e ha abbandonato gli studi e oggi lavora e vive a Pristina insieme alla sorella.


Photo credit: Francesca Boccabella
 

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