“Donne d'impatto. Storie donne che cambiano il mondo” è un programma di Fondazione Valter Baldaccini e Radio Gente Umbra dedicato al racconto di donne, vicine e lontane, con vissuti ordinari o straordinari, che ogni giorno si impegnano per creare cambiamento.
Condotto dalla nostra Presidente Beatrice Baldaccini e dal Direttore dell'emittente radiofonica folignate Fabio Luccioli puoi ascoltarlo sintonizzandoti alle frequenze 88.6; 93.0 FM o in streaming.
Hai una donna d'impatto da suggerirci? Scrivici e faccela conoscere.
Suor Marilena Botta da quindici anni vive a Mathare, una delle baraccopoli più estese di Nairobi, in Kenya. Ha conosciuto Valter durante uno dei suoi viaggi in Africa e oggi, insieme a Joab Omoto, si occupa del progetto socio educativo “Un lavoro per le mamme di Mathare” che sta dando a quindici mamme minorenni la possibilità di imparare un lavoro e riacquisire fiducia e dignità.
Dalle parole di suor Marilena emergono difficoltà e speranza, una luce potente che risplende nel buio di Mathare, e un bellissimo ritratto di Valter Baldaccini, della sua grandezza d’animo e di quella sua innata capacità di vedere l’altro.
Francesca Di Maolo è la presidente del Serafico di Assisi, istituto che accoglie e si prende cura di bambini e ragazzi con gravissime disabilità. Donna avvocato appassionata di diritto del lavoro, da quando ha incontrato gli ospiti della struttura ha completamente cambiato i suoi piani facendo sua la missione di questa istituzione: “rendere piena la vita di questi ragazzi”.
Una bellissima chiacchierata che ha ripercorso gli anni al Serafico di Valter Baldaccini, ha sottolineato il fondamentale incontro con Papa Francesco e analizzato il valore e le straordinarie capacità delle donne, capaci davvero di rendere migliore il mondo in cui viviamo.
Fiammetta Rossi, classe 1995, folignate, campionessa nazionale di tiro al volo, ha raccontato con passione la sua storia di atleta professionista plurimedagliata, profondamente legata ai valori che le hanno trasmesso la sua famiglia e lo sport. “Il mio sport mi ha insegnato ad avere tanta pazienza per superare i momenti di difficoltà che la vita riserva a tutti. E a guardare tutto sempre con ottimismo”.
E proprio con atteggiamento positivo ha raccontato quanto sia inclusiva la sua disciplina, dove “non c’è differenza né di genere né di altro tipo. Spesso sono a contatto con uomini, disabili, persone di etnie diverse e la cosa bella è che siamo sempre tutti uguali, rivali in pedana e amici che condividono gli stessi valori fuori dalla competizione: il tiro a volo non ha barriere”.
La professoressa Federica Ferretti per 25 anni è stata insegnante di lettere e storia e oggi è la Dirigente scolastica dell’Istituto tecnico economico e per turismo F. Scarpellini di Foligno.
Con lei abbiamo parlato di educazione, formazione e del ruolo della scuola, ancor più importante oggi che gli effetti della didattica a distanza dovuta dalla pandemia si fanno sentire sulla socialità e sulla capacità di relazione di tanti ragazzi e ragazze adolescenti.
“Sapere, saper fare e saper essere” è ciò che secondo Federica Ferretti la scuola deve dare ad ogni suo studente. E forse oggi “saper essere” deve diventare centrale, per la scuola che deve ripensare sé stessa e per i ragazzi che devono imparare a conoscersi per poi affrontare il mondo.
Rosa Bisogni ha 76 anni e ci tiene a dire la sua età perché non li dimostra. Presidente dell’Associazione Liberi di Essere, realtà folignate che si occupa di persone con disagio psichico è una donna dinamica, un vulcano di idee, appassionata, determinata, concreta e con un grande cuore.
“Ogni giorno mi invento per loro” ci ha raccontato, e da questa sua fervida creatività è nata l’idea di un orto didattico accessibile dove i ragazzi e le ragazze lavorano e sperimentano i valori della condivisione e dello stare insieme. Perché ogni giorno “i ragazzi arrivano all’orto contenti ed escono felici”.
Suor Federica Zoia è una donna medico coraggiosa e appassionata che vive in Kenya. Insieme a lei portiamo avanti Mutanu: l’orto rosa, il progetto di inserimento lavorativo che sta dando a ventidue donne la possibilità di diventare autonome e intraprendere un percorso verso l’emancipazione.
Un progetto che “sta creando un nuovo paradigma mentale per queste donne, dandogli la concreta possibilità di essere loro stesse e essere protagoniste delle proprie vite. Questo queste donne prima camminavano a testa bassa, ma ora la testa non è più così bassa, perché stanno riavendo la loro dignità”.
Luisa Felicioni è una ragazza sorridente, solare e con tanti sogni. Ha vent’anni e da quando aveva sette giorni convive con una patologia rara: l’insufficienza intestinale cronica benigna, una malattia che la costringe a nutrirsi attraverso un catetere venoso centrale, una PEG e una pompa nutrizionale che porta sempre con sé, nello zainetto che non toglie mai.
La vita di Luisa è stata profondamente condizionata dal suo stato di salute, ma tutto ciò non l’ha mai fermata perché “bisogna imparare a prendere il bello da ogni cosa. Io amo la mia vita per quello che è e non la cambierei”.
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