19 Luglio 2024

Kenya: tra instabilità politica e post-alluvione continuano i progetti socio-educativi

Gli ultimi mesi in Kenya sono stati piuttosto difficili. Tra le conseguenze derivate da una forte alluvione che a primavera ha colpito il Paese e una situazione politica complessa il Kenya sta affrontando un momento di forte instabilità

Dalle inondazioni agli interventi post-alluvione

A fine aprile 2024 il Paese è stato colpito da piogge torrenziali che hanno causato le peggiori inondazioni degli ultimi decenni, con un bilancio di oltre 250 morti e decine di migliaia di sfollati. Le zone più colpite sono quelle centrali e occidentali del paese, e anche la capitale Nairobi, dove si trovano grandi baraccopoli come Mathare, zone particolarmente sensibili a questo tipo di disastri.

Le inondazioni hanno provocato danni diffusi a infrastrutture cruciali, tra cui case, strade, scuole, ponti e dighe, causando disagio e complicando anche le operazioni di soccorso. Milioni di persone sono rimaste per settimane senza l'accesso a beni di prima necessità come cibo, acqua e ripari. In molte zone l'acqua potabile è stata contaminata e i sistemi fognari danneggiati, aumentando il rischio di malattie trasmesse dall'acqua come il colera e da vettori come le zanzare, che possono trasmettere la malaria

Anche Mathare, la baraccopoli di Nairobi dove sono attivi due progetti sociali della Fondazione Valter Baldaccini, non è stata risparmiata. L'acqua, il fango e i detriti hanno sommerso tutto, costringendo migliaia di persone ad abbandonare le loro case precarie. Le infrastrutture essenziali e le case, già particolarmente precarie, sono state gravemente danneggiate o spazzate via.

A Mathare, quando l’acqua si è ritirata, il Governo ha invitato la popolazione a trasferirsi in zone più sicure e ha deciso di distruggere completamente, e vietare la ricostruzione, di tutte le abitazioni che sorgevano a ridosso del corso d’acqua. Questo ha comportato che tantissime famiglie sono rimaste senza nulla.

L’instabilità politica e le proteste della popolazione in Kenya

Poche settimane dopo la terribile alluvione, alla fine di giugno 2024, in Kenya sono iniziate violente manifestazioni contro l’aumento delle tasse proposto dal Governo, guidato dal Presidente William Ruto. 

Anche se la contestata legge finanziaria è stata ritirata e il Presidente ha licenziato tutti i Ministri, ad esclusione di quello degli Esteri, le proteste della popolazione non si fermano. I manifestati chiedono le dimissioni del Presidente e contestano la corruzione, molto diffusa nel Paese. Oltre duecento persone state arrestate e, con un bilancio di 39 morti, è notizia del 18 luglio 2024 l’imposizione del divieto di protesta in alcune zone di Nairobi. 

Le conseguenze della situazione in Kenya sui nostri progetti sociali

Due dei progetti sociali della Fondazione sono attivi proprio a Nairobi, nella baraccopoli di Mathare. Con oltre 500.000 abitanti, questo slum è una delle baraccopoli più grandi del Kenya. Nata per rispondere all'urbanizzazione selvaggia e alla povertà, ospita persone che, arrivate in città senza adeguati alloggi, si sono stabilite in aree non regolamentate, dando vita a insediamenti precari, sovraffollati e privi di servizi essenziali.

La situazione è già drammatica di per sé, con molti minori che vivono per strada e famiglie in condizione di estrema povertà. In questo difficile contesto, grazie al nostro referente sul territorio Joab Omoto, cerchiamo di portare avanti il progetto di sostegno a distanza in Kenya e il progetto di inserimento lavorativo dedicato a un gruppo di ragazze madri, con l’obiettivo di dare un barlume di speranza e un futuro migliore a queste persone vulnerabili. 

Durante le giornate dell’alluvione siamo stati in costante allerta e ci sono volute diverse settimane per riprendere i contatti con tutte le mamme del progetto e gli studenti e studentesse che seguiamo a distanza. Fortunatamente stanno tutti bene. 

Le pericolose proteste hanno invece ritardato la partenza della nuova annualità del progetto dedicato alle mamme minorenni. Quando ci sono questi scontri uscire di casa significa mettere in pericolo la propria vita, ma il progetto ha infine ripreso il via con un nuovo gruppo di mamme, pronte a imparare un lavoro, ricevere sostegno e avere una concreta opportunità di riscatto. 

Se anche tu vuoi dare speranza a chi ne ha più bisogno, dona ora! Grazie a te tante donne, bambini e bambine keniote avranno la possibilità di costruirsi un futuro migliore.
 



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